Il social distancing ti affligge? Che fine faranno gli eventi? Come potranno venditori ed account andare in visita a prospect e clienti, senza rischiare di ammalarsi? Keep calm and go virtual. Le realtà immersive in questo momento sono uno strumento potentissimo non solo per colmare il gap emotivo che la distanza impone, ma anche per risolvere problemi molto pratici e rendere possibili attività altrimenti inibite.

 

L’impatto del social distancing sul business: 3 problemi chiave

Per quanto la pandemia abbia costretto molti di noi a fare una “personale trasformazione digitale” e gestire molti appuntamenti via conference, nessun business può sopravvivere a lungo in isolamento. Se nel B2C un passaggio repentino o il potenziamento dell’e-commerce in qualche caso potrebbe aiutare, nel B2B si apre una serie di problemi.

#1 — che ne sarà di fiere, eventi, presentazioni prodotto? Tutti sappiamo che in certi settori sono momenti fondamentali di interazione tra cliente e prodotto e di incontro con il team al completo delle aziende.

#2 — come si potrà compensare il calo di traffico verso negozi e showroom? L’interazione tra cliente e prodotto, la prova, in certi casi è irrinunciabile, soprattutto per le novità.

#3 — come gestire il lavoro di squadra, la vita di azienda? Non si può fare una collaboration davvero umana solo via Zoom e affini; senza contare tutte le problematiche relative al training, soprattutto quello tecnico, che richiederebbe presenza fisica.

 

In che modo le tecnologie immersive possono essere risolutive?

Questa la nostra risposta: realizziamo soluzioni di dematerialized experiences che replicano le dinamiche di spazi fisici, anche in assenza di essi, e sfruttano tutta la carica emozionale delle tecnologie immersive.

Realtà aumentata e realtà virtuale anti Covid: questi gli interventi che riteniamo più urgenti: dematerializzare alcuni processi di marketing/vendita e virtualizzare il lavoro collaborativo.

 

Dematerializzazione dei processi di vendita

Con indiscutibili vantaggi soprattutto nel B2B, possiamo virtualizzare completamente la fisicità di un processo di vendita, pur mantenendo l’interazione umana tra venditori e utenti come valore principale dell’esperienza. È uno scenario che chiamiamo 360° Experience Center.

Immaginiamo di entrare in uno showroom virtuale. Via web, un avatar invita a scegliere un venditore e gli slot giorno/orario a disposizione. Il giorno dell’appuntamento, cliente e venditore si incontrano in una sala virtuale, con la possibilità di vedere, ambientati, i nuovi prodotti. Si può chattare, essere presenti in videoconferenza, visionare i prodotti in 3D e simulare un’esperienza try-on. È persino possibile valutare un’integrazione che consente l’emissione di un ordine, notificato alla casella del venditore.

I vantaggi sono indiscutibili:

    • Si porta emozione nell’interazione tra persone e tra persone e oggetti
    • Si risparmia sui costi (trasferte, logistica, location)
    • Si tutela la sicurezza delle persone
    • Soprattutto, NON si sostituiscono le persone, ma se ne aumentano le capacità

 

Dematerializzazione della collaboration e del training

Con un focus più interno all’azienda, possiamo dematerializzare completamente le dinamiche della collaboration fra team interni e/o le attività di onboarding, training e team building. Benvenuti nei Virtual Convention Center.

Le situazioni sono molteplici, da un company meeting a workshop virtuali, fino all’onboarding di un team di nuove persone e a un CDA supportato da immersive analytics, in cui dati e performance KPI sono visualizzati nello spazio con la possibilità di interagirvi fisicamente.

Pensiamo ad un sales meeting: si può fare in modo di entrare, da desktop, in un teatro virtuale. Ognuno ha/è un avatar. Si può assistere ad una presentazione in 3D, essere virtualmente presenti “dentro” la conferenza, interagire con i colleghi e fare domande al kenyote speaker. Senza spostarsi da casa.

I vantaggi sono altrettanto promettenti:

    • Si preservano eventi, istituzionali e non, che altrimenti dovrebbero essere evitati
    • Si proteggono i dipendenti
    • Si possono invitare, nella stessa ambientazione, stakeholder esterni all’azienda
    • Si risparmia sui costi di trasferta

 

I 3 casi d’uso di dematerializzazione più richiesti

 

Realtà aumentata e realtà virtuale anti Covid

#1 — PRODUCT SHOWCASING. Hai mai fatto un webinar aumentato? Attraverso una applicazione di web streaming, è possibile organizzare webinar che supportano i grandi numeri. Durante l’evento, attraverso una app di realtà aumentata, possiamo far inquadrare prodotti e servizi ai partecipanti. Si apre un mondo di ologrammi e di contenuti informativi che arricchiscono enormemente l’esperienza di un webinar. Ideale per migliorare la product experience. Una cosa analoga, è fattibile per e-commerce e cataloghi: possiamo integrare il tuo catalogo o e-commerce con ologrammi nello spazio, realizzare dimostrazioni virtuali, creare vetrine e specchi interattivi, per “far vivere” al cliente il prodotto.

 

Realtà virtuale anti Covid

#2 — SPATIAL COLLABORATION. È il problema di tutti, continuare a far interagire le persone in sicurezza. Ed ecco che anziché in una sala riunioni, ci si può incontrare in una sala riunioni virtuale, lavorare sullo stesso documento, usare i visori 3D solo quando serve, interagendo tra persone e con lo spazio.

 

Realtà aumentata anti Covid

#3 — SUPPORTO REMOTO AUMENTATO. Una base perfetta sia per il training a distanza che per il supporto tecnico da remoto: con una applicazione in realtà aumentata o mista, è possibile guidare gli operatori attraverso l’intero processo di gestione dei macchinari, in modo sicuro, a distanza.

 

Realtà aumentata e realtà virtuale anti COVID: un aiuto alle aziende

C’è bisogno di smart working, dunque, non solo nel senso di lavoro remoto ma soprattutto nel senso di identificare nuovi modi, smart, di gestire processi ed attività. E, in questo senso, le soluzioni immersive non sono una panacea, ma in alcuni contesti danno una mano sostanziale.

E coi visori, come la mettiamo? Non tutti sono pronti al go-virtual. Ma il passaggio può essere più graduale. Si può partire da soluzioni di web 360° e poi scalare, passando all’uso di dispositivi speciali, magari attivati solo in certe occasioni, per i clienti più importanti o per i team che davvero ne hanno bisogno.

 

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