Realtà virtuale e cinema: ecco come è stato girato Il Re Leone — Dopo Il libro della Giungla realizzato nel 2016, il regista Jon Favreau è tornato al cinema con il remake di un grande classico Disney: Il Re Leone (titolo originale The Lion King).

Già campione di incassi nel mondo e nella top 10 dei film che hanno guadagnato di più al box office nella storia del cinema, il Re Leone ha debuttato nei cinema italiani il 21 Agosto 2019 portando sul grande schermo non solo una storia che ha fatto emozionare intere generazioni, ma un nuovo modo di fare cinema.

Perchè? Per l’utilizzo massiccio di tutte quelle tecnologie tipiche del mondo del gaming che fino ad oggi sono stato un territorio (quasi) inesplorato nei film, prima fra tutte la realtà virtuale.

IL RE LEONE | IL SET DEL FILM

Nel 2017 German Lussier e il team di Gizmodo hanno avuto occasione di fare visita al “set” del film a Playa Vista, in California.

Tutto il film è stato realizzato all’interno di un unico edificio, nel quale 150 persone hanno realizzato la maggior parte di ciò che è possibile vedere sul grande schermo: dalla storia, al design, fino all’editing, agli effetti visivi, al suono, ogni cosa è avvenuta in questo unico spazio.

Questa è la stanza in cui Jon Favreau e il suo team hanno filmato Il Re Leone.
Qui, un operatore steadicam si sta muovendo nel mondo reale con risultati nella realtà virtuale.
Foto: © Disney Enterprises, Inc. All Rights Reserved.

 

Ciò che fin da subito fa capire la diversa “natura” di questa pellicola è il set: un enorme spazio vuoto, nessun attore, nessun green screen, nessuna motion capture, solo una stanza vuota.

Attorno a questo grande spazio vuoto decine di monitor touch screen da 120 pollici, impianti fotografici, pc e i veri protagonisti: i visori VR.

 

IL RE LEONE E LA REALTÀ VIRTUALE

Entriamo ora nel dettaglio di come è stato tecnicamente realizzato il film.
Il Re Leone è una virtual production e ogni cosa è 100% animata.

Tutte le ambientazioni e i personaggi del film sono stati ricreati in un set virtuale, gestito e visualizzato dai produttori del film attraverso dei visori VR – principalmente HTC Vive.

Jon Favreau, a sinistra, con alcuni membri del suo team.
Foto: © Disney Enterprises, Inc. All Rights Reserved.

 

Utilizzando poi il game engine Unity, il team ha avuto accesso ad un software con il quale poteva spegnere le luci, cambiare i paesaggi, decidere i percorsi di camera, cambiare gli obiettivi della telecamera, praticamente tutto ciò che è possibile fare su un set reale, e oltre.

Oltre perchè le riprese sono state realizzate in VR, in uno spazio in cui non vi sono limiti fisici: la scena risulterebbe migliore se il sole fosse in un altro posto? Si può spostare. Servono più alberi? Delle colline? Tutto è possibile.

Una volta che il set era ritenuto pronto, i produttori e il direttore della fotografia Caleb Deschanel grazie a telecamere reali collegate a computer hanno poi girato i vari take, realizzando manualmente i movimenti di camera e le inquadrature, il tutto mentre il resto della crew osservava il risultato attraverso gli schermi ai lati del set.

Il direttore della fotografia Caleb Deschanel gestiste l’inquadratura virtuale.
Foto: © Disney Enterprises, Inc. All Rights Reserved.

La sensazione per chi ha visitato il set era quindi quella di trovarsi in una sorta di videogioco 3D a 360°:

“Praticamente abbiamo costruito un vero e proprio gioco multiplayer in virtual reality solo per questo film” afferma il regista Favreau che per l’occasione ha collaborato con Ben Grossman (Magnopus), supervisore del produttore virtuale del film.

Il girato passava poi alla fase successiva: i VFX.

LA REALTÀ VIRTUALE E IL CINEMA

La tecnologia della realtà virtuale costituisce quindi un approccio del tutto nuovo per il cinema, che come afferma il regista Favreau:

“Apre strade nuove, non sono attraverso i visori ma anche grazie alle possibilità di essere tu stesso una macchina da presa. Il lavoro sta cambiando, e cambia soprattutto il modo con il quale costruiamo ciò che giriamo. C’è ancora molta innovazione potenziale in quest’area, e molti investimenti possibili in questo tipo di tecnologie, che sono di enorme aiuto.”

La VR è quindi un terreno fertile in campo cinematografico, annullando ulteriormente limiti e aprendo a nuove possibilità: dal costruire un ambiente virtuale e poterlo esplorare liberamente, al costruire set virtuali e gestire i movimenti dei personaggi.