Realtà virtuale e neurofeedback si uniscono all’arte in un’esperienza VR che punta a migliorare la qualità del sonno — Musica ambientale, un sistema di neurofeedback EEG (elettroencefalografia, ossia la registrazione dell’attività elettrica dell’encefalo), immagini caleidoscopiche e un visore VR: questi gli elementi del progetto Inter-Dream, il letto interattivo ideato da PluginHUMAN.

È scientificamente provato come il cattivo sonno costituisca un preoccupante problema, sempre più diffuso, per la salute generale dell’uomo. Nonostante questa consapevolezza, le ricerche e i progetti per migliorare la qualità del sonno fanno parte di un settore relativamente sotto-esplorato.

Alla luce di questa carenza, il Dr Betty Sargeant e Justin Dwyer hanno dimostrato come unire arte, scienza e tecnologia può dare vita a progetti in grano di dare benefici sulla qualità del riposo umano, presentando in via ufficiale le analisi dei dati fisiologici e psicologici a Glasgow in occasione del CHI 2019 (conferenza internazionale di Human-Computer Interaction).

 

INTER-DREAM | REALTÀ VIRTUALE E NEUROFEEDBACK

L’esperienza immersiva multisensoriale ideata dal duo di artisti australiani nasce dall’unione di due macro aspetti:

    • Aspetto visivo, composto da immagini caleidoscopiche visibili tramite visore VR che vengono generate (e controllate) dall’utente attraverso le proprie onde cerebrali tramite EEG e neurofeedback;
    • Aspetto uditivo, dove la musica ambientale controllata dagli artisti guida il mood e lo stato d’animo della persona nelle varie fasi dell’esperienza.

Ogni persona vivrà quindi un’esperienza unica e non replicabile. Ciò che verrà mostrato all’interno del visore è guidato dall’attività cerebrale del singolo: ogni frequenza cerebrale rilevata dall’EEG è assegnata a un colore diverso e ogni intensità delle onde è legata ad un movimento del visual.

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INTER-DREAM | I RISULTATI

Le persone che dormono bene sono generalmente più rilassate e positive, quelle che dormono male hanno maggiori probabilità di essere stressati e concentrarsi su preoccupazioni. E fin qui nulla di nuovo.

Ciò che non tutti sanno, è che il buon sonno è generalmente preceduto da un insieme caratteristico di specifici stati cognitivi e dell’umore, nonché da cambiamenti fisiologici.

Ha senso quindi dedurre che influenzare o – addirittura – controllare questi stati dell’umore cognitivo può aiutare nella fase di rilassamento che precede il sonno, come validato e dimostrato dal PhD researcher Natahan Semertzidis con il laboratorio Exertion Games della RMIT University.

Il campione studio di 12 partecipanti sottoposto all’esperienza immersiva ha riportato:

    • calo del 21% delle emozioni negative 
    • calo del 55% dei sentimenti di paura
    • aumento dell’8% delle le emozioni positive 
    • aumento del 13% della serenità 

La realtà virtuale ha dimostrato ancora una volta grazie a questa applicazione che la tecnologia può essere declinata e integrata con arte e scienza diventando elemento chiave per affrontare con approcci innovativi “vecchi” problemi, rivoluzionando in questo caso persino l’idea di incompatibilità radicata nel binomio tecnologia-sonno e la concezione stessa del corpo umano:

“Questa esperienza ci permette di vedere il corpo umano non solo come un semplice controller di input, ma piuttosto permette alle persone di sperimentare il corpo come giochi”, afferma il professor Florian ‘Floyd’ Mueller, co-supervisore di Semertzidis, “per me, questo è un inizio per facilitare un futuro più vicino al “giocare”, in particolare, uno in cui possiamo sperimentare il riposo e alla fine persino dormire come se fosse una forma di gioco (digitale).”

La tecnologia neurofeedback unita alla realtà virtuale ha mosso quindi il suo primo passo per aiutare concretamente nel settore delle patologie legate al riposo e all’insonnia.

 


Vuoi approfondire il progetto?

Qui il paper accademico completo “Towards Understanding the Design of Positive Pre-sleep Through a Neurofeedback Artistic Experience