Visori AR per realtà aumentata: ecco una prima review che include solo alcuni fra i tantissimi dispositivi che stanno crescendo. In questo articolo ripercorriamo lo stato dell’arte e alcune anticipazioni su come si stanno evolvendo i dispositivi AR per la realtà aumentata.

 

Non solo VR: l’affascinante mondo della realtà aumentata

La realtà virtuale è solo una delle tecnologie che stanno stravolgendo il modo in cui interagiamo con le macchine e le persone, e non è detto che sia la tecnologia che avrà la maggior diffusione sul lungo termine. C’è infatti un grande interesse per la realtà aumentata, che si basa su visori simili a comuni occhiali, ma tecnologicamente ben più complessi, meno immersivi ma che in certi contesti risultano più efficaci. Tanto che qualcuno parla addirittura di rivincita.

 

Dispositivi AR per realtà aumentata: alcuni esempi di utilizzo

A differenza dei visori VR, utilizzati per immergersi completamente nei metaversi, i visori AR per la realtà aumentata rispondono a esigenze ben differenti. La realtà aumentata infatti non trasporta gli utenti in mondi digitali differenti, ma mescola al mondo reale elementi che esistono solo nel metaverso.

A ben vedere, il dispositivo AR più comune lo possediamo tutti: è lo smartphone. Unendo la potenza di calcolo dei moderni cellulare e le fotocamere, è possibile potenziare la realtà attorno a noi. Uno degli esempi più semplici ed efficaci è stata l’app Pokemon Go, un gioco nel quale i partecipanti devono andare a caccia dei famosi personaggi di Nintendo esplorando la città e guardando attraverso lo schermo per trovare le creature dell’azienda giapponese. Un prodotto estremamente semplice che non rende giustizia alle potenzialità della realtà aumentata, ma è anche il quello che ha contribuito a diffondere la conoscenza di questa tecnologia nel grande pubblico.

Non mancano esempi più concreti e oggi la realtà aumentata viene usata soprattutto per l’assistenza da remoto. Un tecnico operante dalla sua centrale può infatti guidare un utente meno esperto in loco. Quest’ultimo non dovrà far altro che inquadrare con lo smartphone quanto ha di fronte per diventare gli “occhi” dell’esperto. A tutti gli effetti, parliamo di una videochiamata con funzionalità di realtà aumentata integrate, ma questa essenzialità è anche la chiave del successo di questi strumenti di supporto.

Se per interventi di routine lo smartphone è sufficiente, quando le operazioni di manutenzione sono più complesse si sente la necessità di qualcosa di più comodo. Caschetti e occhiali di realtà aumentata hanno il vantaggio di lasciare libere le mani dell’utente, che potrà operare più agilmente e avrà sempre davanti agli occhi le informazioni necessarie a svolgere il suo lavoro.

La realtà aumentata è utilizzata di frequente per lavori complessi come la manutenzione di aeromobili, navi, ma anche infrastrutture quali ponti o grattacieli: indossando occhiali AR, infatti, i tecnici potranno avere sempre davanti agli occhi planimetrie, manuali e schemi vari, risparmiando tempo e denaro nelle operazioni di manutenzione.

 

 

Visori per la realtà aumentata e smart glasses: alcuni esempi

A fare da apripista nel mondo della realtà aumentata è stata Google coi Google Glass, progetto che ha generato un hype incredibile per finire quasi dimenticato. Big G non è riuscita imporsi in questo ambito, ma questo non ha impedito ad altre realtà di ricavarsi una nicchia.

Epson, giusto per citare un caso fra i tanti, ha realizzato i suoi Moverio, occhiali smart per la realtà aumentata destinati a utilizzi molto specifici: manutenzione di sistemi complessi (fabbriche, navi, aerei), assistenza remota, ma anche per dare una nuova dimensione alle visite guidate ai musei, con gli occhiali che offrono informazioni audio/video aggiuntive sulle opere che si stanno osservando.

 

 

Hololens e la Mixed Reality

Più ambiziosa Microsoft, che sta lavorando molto sul progetto HoloLens, un visore per la realtà aumentata decisamente innovativo: nella visione del colosso di Redmond, questo visore permetterà fra le tante cose di dilettarsi con un’istanza di Minecraft renderizzata sul tavolo della sala, per dire. Detta così può sembrare un’applicazione poco utile, ma è solo il modo che ha scelto l’azienda per mostrare la capacità di Hololens di riconoscere le superficie e “agganciarci” sopra visualizzazioni interattive, in tempo reale.

Dal punto di vista tecnologico Hololens 2 è uno dei dispositivi più evoluti ma, al contrario degli altri prodotti qui citati, è un prototipo. Non è semplice averlo, costa tantissimo (parliamo di circa 3.000 dollari) e sono pochissime le applicazioni scaricabili: si tratta del resto di un prodotto destinato a sviluppatori e grandi aziende che vogliono sperimentare con queste tecnologie, non di un dispositivo per il grande pubblico.

 

 

Magic Leap: la (tiepida) risposta ad Hololens

Un altro esempio di dispositivo per la mixed reality è Magic Leap, una soluzione che però non è riuscita a convincere del tutto, forse anche a causa di aspettative troppo elevate. Il prezzo del dispositivo è infatti molto elevato, abbondantemente superiore ai 2.000 dollari, e la resa finale non è quella che era stata promessa inizialmente.

Non si tratta di un prodotto da buttare, ma l’hype generato da una forte campagna marketing, le promesse eccessive (e non del tutto mantenute) e i 2,4 miliardi di dollari di investimenti sul progetto facevano sperare in qualcosa di rivoluzionario, che non si è visto. C’è insomma molto margine per migliorarli.

 

 

Epson Moverio e Vuzix, smart glasses per applicazioni professionali

Gli smartglass della gamma Moverio di Epson non sono noti al grande pubblico, ma sono ampiamente utilizzati in alcuni specifici ambiti professionali. Il principale campo di utilizzo è quello dell’assistenza tecnica, ma non mancano casi d’uso nella logistica, dove l’utilizzo degli occhiali AR semplifica i processi di picking, e nella formazione specializzata, per esempio per effettuare il training dei dentisti nell’effettuare specifiche operazioni. Sono anche utilizzati dai piloti di droni per avere sempre di fronte agli occhi informazioni sullo stato del velivolo senza mai perderlo di vista.

Un altro esempio di occhiali intelligenti destinati all’uso professionali arriva da Vuzix. Anche in questo caso, più che di realtà aumentata in senso stretto, possiamo parlare di dispositivi che consentono videochiamate con funzioni più evolute, e trovano applicazione in settori come il manifatturiero, la logistica, l’assistenza remota e la telemedicina.

 

 

 

L’attesa per i Ray-Ban Stories

Non contenta di aver “rilanciato” la moda della VR, Facebook (anzi, Meta, come è stata recentemente rinominata la holding che fa capo a brand come Facebook, Instagram, Oculus) non vuole farsi sfuggire l’opportunità di essere protagonista anche in altri ambiti e ha recentemente annunciato Ray-Ban Stories, degli occhiali smart realizzati in partnership col noto produttore. Sono degli occhiali stilosi, che possono essere indossati tutti i giorni, dotati di microfono, auricolari e due fotocamere da 5 MegaPixel.

Si connettono via Bluetooth allo smartphone e, tramite comandi vocali attivabili pronunciando “Hey Facebook”, possono scattare foto o registrare brevi filmati che verranno caricati direttamente sulle Storie di Instagram (anche questa piattaforma è parte dell’universo Facebook). Una piccola luce bianca avviserà le persone che si trovano attorno che in quel momento sono in modalità registrazione.

Non si può parlare di un dispositivo di realtà aumentata perché alla fine si limitano ad acquisire immagini e filmati, ma si tratta di un primo passo in un nuovo settore. Occhiali economici e stilosi che, pur non particolarmente innovativi, possono servire per tastare il polso del mercato, per capire se il pubblico mostra interesse verso degli occhiali dotati di tecnologia, a tutti gli effetti dei dispositivi wearable, indossabili.

 

 

 

Visori AR per realtà aumentata: cosa ci si aspetta nei prossimi mesi

Niente di stravolgente, a ben vedere, ma trattandosi di occhiali caratterizzati da montature comode ed eleganti, potrebbero avvicinare il grande pubblico a questo tipo di prodotti.

A dire il vero, ci aveva provato senza successo Snapchat lanciando gli Spectacles 5 anni orsono. Ve li ricordate? Probabilmente no, a dimostrazione dello scarso successo che hanno avuto. Certo, non c’era dietro un colosso come Ray Ban dietro, e nemmeno la potenza di fuoco di Facebook (Meta) che recentemente ha annunciato Project Nazaré, di cui si sa ben poco, ma che dovrebbe essere uno degli hardware per la realtà aumentata che consentiranno di interagire col metaverso che il colosso dei social network ha intenzione di realizzare.

Magic Leap ha annunciato una nuova versione del suo dispositivo, che dovrebbe vedere la luce nel 2023 e sarà indirizzato al mondo professionale: healthcare, manufacturing, formazione dei tecnici.

Sebbene non ci siano stati annunci ufficiali, infine, sono in tanti ad attendersi un annuncio da parte di Apple, che ultimamente ha registrato numerosi brevetti e trademark che suggeriscono come anche l’azienda di Cook abbia intenzione di dire la sua anche in questo settore.

 

Questa è solo una prima review, che include solo alcuni fra i tantissimi dispositivi che stanno crescendo. Riprenderemo  periodicamente questo osservatorio, proprio con l’idea di monitorare il fitto sottobosco di occhiali per la realtà aumentata. Il mercato ci dirà quali altri prodotti emergeranno, accanto ai modelli più diffusi.